“Si può soltanto dire che in larga maggioranza i sopravvissuti scesero irrevocabilmente, cerchio dopo cerchio, nel baratro di una malattia sempre più profonda, senza speranza, vittime di una solitudine inimmaginabile, e di tutto, forse la solitudine era la cosa più insopportabile”.
Genere: Psicologia
Editore: Adelphi - pagine 570
Listino: €15 (sconti fino al 15%)
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Anni fa mi capitò di vedere un bel film, Risvegli, con un ottimo Robert De Niro ed un Robin Williams sempre al top. Mi piacque molto la storia, soprattutto perché sapevo che fosse vera, mi emozionai profondamente e mi commossi molto. Molto tempo dopo ho trovato il libro che ha ispirato quel film. Si tratta del saggio di un medico e neurologo inglese: Oliver Sacks.
I protagonisti sono alcuni dei pazienti che furono vittime negli anni Venti dell’epidemia di encefalite letargica (una pandemia caratterizzata da ipersonno e paralisi seguita da una condizione cronica di parkinsonismo). Sacks li incontrò dopo decenni, nella seconda metà degli anni Sessanta, presso l’Abraham Hospital nel Bronx, a New York, dove lavorava.
Il trattamento sperimentale usato, l’innovativo farmaco L-Dopa, portò a delle reazioni spettacolari: questi pazienti, da sempre chiusi in loro stessi, si risvegliavano pian piano e tornavano ad una vita normale.
Sembra di assistere ad un miracolo (un miracolo della scienza) ed è emozionante come poche cose.
In ogni capitolo ci viene presentato il caso di un diverso paziente, si racconta rapidamente della sua vita, delle sue relazioni, della malattia e del “risveglio”.
Non si può non restare turbati di fronte alle difficoltà che vivono quando, dopo l’iniziale gioia della ritrovata salute, si scoprono catapultati dalla giovinezza all’età adulta o addirittura alla vecchiaia. Il mondo è andato avanti senza di loro, tante cose sono profondamente cambiate. Cosa ne è di quel tempo perduto? Chi sono davvero adesso? Sono pagine piene di umana fragilità, di sogni disillusi, di speranze spezzate, di vite interrotte, ma anche di piccole conquiste, successi quotidiani nelle cure, relazioni ritrovate.
Queste persone sono raccontate in modo vivido e preciso, tanto che sembra quasi di conoscerle dal vivo. Ci si affeziona, si impara a voler bene ad ognuno di loro, li si accompagna nel processo di guarigione, fino all’epilogo, non totalmente piacevole, della sperimentazione del farmaco… Ma non voglio anticiparvi troppo!
Avevo un po' timore al pensiero di inoltrarmi in una simile lettura. Mi chiedevo: potrebbe essere troppo ricco di nomenclature e definizioni scientifiche? Sarà di difficile comprensione per chi non è “addetto ai lavori”? Ho deciso di provarci e non me ne sono pentita.
Il libro è scritto in modo semplice e comprensibile e Sacks sembra davvero un romanziere: sa intrattenere benissimo e riesce ad attirare l’attenzione in ogni passaggio. Mi è piaciuto molto anche il suo essere molto umano nel raccontare di quei pazienti che incontrò tanti anni fa e che aiutò a riprendersi una fettina di quella vita che gli era stata negata.
Simona Demuru
Wow 😍 storia sicuramente molto interessante!! Complimenti Simona!!! 😍😍
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