Chi ama
è il genio dell'amore (A.M.)
è il genio dell'amore (A.M.)
Le poesie di Alda Merini non sono fatte per adolescenti senza palpiti, né per avventure da tre metri sopra il cielo; può capitare di tenere aperta quest'antologia mentre si è accalcati su di un vagone ferroviario, mentre percepiamo l'assenza d'amore che ci circonda, l'incapacità di raccogliere dai fondi delle nostre esistenze quelle nudità che danno vita ai sentimenti. Intorno, viaggiano giovani indecisi, adolescenti come contenitori di vuotaggini per i quali l'amore è un sentimento da rigettare: c'è ancora posto per l'amore? C'è ancora la possibilità di scavare nella neutralità del vivere? Tutto è contenuto in uno schermo grande quanto un palmo; tutto è lì, per timore di tirar fuori quello che invece è dentro.
Queste poesie per giovani innamorati sono quasi una ricetta per risvegliare sentimenti sopiti; sono versi per un pubblico vivo, per chi sa ancora trovare nell'amore una forza oscura, sconvolgente, che confonde i confini del tutto. E' quel qualcosa d'inalienabile che alberga nel profondo, tace, emerge a piccoli sbuffi per lanciarti verso l'infinito.
L'amore per Alda Merini è una delle tante piaghe di una vita difficile, una ferita costante ma anche puro slancio; ricordo, attesa, desiderio, passione, lontananza, specchio di se stessa. La penna trascrive ciò che il cuore racconta, le continue battaglie, l'angoscia, la travolgente tranquillità di un attimo, la follia. Ed è, soprattutto, follia amorosa di un sentimento che non si nasconde a se stesso.
(...)
Mi scaverai fin dove ho le radici
(non per aiutarmi, non per cercarmi)
tutto scoperchierai che fu nascosto
per la ferocia di malsane usanze.
Avrai in potere le mie fondamenta
uomo che mi costringi;
ferirai le mie carni col tuo dente,
t'insedierai al fervore d'un anelito
per soffocarne il senso dell'urgenza
Come una pietra che divide un corso,
un corso d'acqua giovane e irruente,
tu mi dividerai con incoscienza
nelle braccia di un delta doloroso.
La malattia - quella vera, che invece è annullamento e vuotezza - lotta costantemente con l'amore, la penna si fa carico delle ferite e fa al tempo stesso da scudo e da spada. Scava solchi dai quale emergono strati profondi: è la poesia che innalza verso l'infinito, è la poesia a sollevare da terra scacciando ombre e buio, a far nascere squarci di luce e germogliare la verità. Una verità talvolta dolorosa per le circostanze avverse della vita, talvolta persino ostile al volere divino: "A volte Dio/ uccide gli amanti/ perché non vuole/ essere superato/ in amore". Ed è proprio l'amore l'unica poesia positiva per la Merini, il raccolto che sconfigge la carestia: - La mancanza d'amore è la mia pestilenza. Grazie ad esso - e al suo veicolo - Alda Merini ha potuto sempre risollevare se stessa passando dal buio alla luce; non sempre è un esperienza felice, non sempre è un fardello di facile sopportazione, ma pur sempre è vita, vita vera e pulsante, nel bene e nel male. Ce lo dice lei stessa, quando la malattia è ormai sconfitta e le sue ali sono libere dalla gabbia della pazzia: "Io la vita l'ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l'ho goduta perché mi piace anche l'inferno della vita, e la vita è spesso un inferno... Per me la vita è stata bella perché l'ho pagata cara"
Questo ci rimane dentro, la consapevolezza che vivere è accettazione e respiro di ogni sfumatura.
Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.
Le poesie raccolte in questa antologia sono tratte da: Superba è la notte(Einaudi, Torino 2000); Vuoto d'amore (Einaudi, Torino 2000); Ballate non pagate (Einaudi, Torino 1995); Fiore di poesia (Einaudi, Torino 1998); La presenza di Orfeo (Scheiwiller, Milano 1993); La terra santa (Scheiwiller, Milano 1996); Un'anima indocile (La vita felice, Milano 1996); Aforismi e magie (Rizzoli, Milano 1999); La volpe e il sipario (Girardi, Legnano 1997)
Antologia a cura di Daniela Gamba, con un pensiero di Roberto Vecchioni
Recensione a cura di Alessandro Giova
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