Il grattacielo aveva creato una nuova tipologia sociale, una personalità fredda e antiemozianale (...) Era il genere di abitante che si accontentava di restare seduto nel suo carissimo appartamento a guardare la televisione senza audio, aspettando che i suoi vicini commettessero un errore.
Genere: Fantascienza
Editore: Feltrinelli - pag. 192
Listino: €6.99 - €8.55
Le pagine di questo libro ci sono apparse all'improvviso e casualmente durante il periodo di lockdown. Nella nostra immobile ciclicità domestica, mentre iniziavamo ad assistere alla poca sopportazione delle persone intorno a noi e all'incrinamento dei - fino ad all'ora - civili rapporti dei condomini del nostro palazzo, questo romanzo come un messaggero che giunge al momento giusto ha fatto la comparsa nella nostra vita. Curioso, a volte, come strane coincidenze ti portino a leggere storie che rispecchiano in parte il momento che stai vivendo. Così abbiamo preso nota, abbiamo acquistato e infine lo abbiamo letto.
Il condominio di Ballard in verità è un libro abbastanza maturo, è stato pubblicato nel 1975. Nonostante si avvii allegramente verso i 50 anni di vita, queste pagine non sembrano accusare gli anni che passano. Anzi, come il vino buono che più invecchia e più acquista corpo, Il condominio più invecchia e più la sua narrazione trova analogie nel contemporaneo piuttosto evidenti. In qualche modo, per i suoi tempi, è un libro quasi visionario e sembra a tutti gli effetti un libro partorito nei nostri giorni. Il distacco emotivo, la perdita di empatia, la comodità che tappa i nostri impulsi mentre alimenta segretamente i nostri istinti animali, la nostra continua ascensione verso il cielo con palazzi sempre più alti e sempre più tecnologici. Si direbbe quasi che Ballard prima di buttar giù questo libro abbia intrapreso un viaggio nel futuro di cui ha fatto un resoconto edulcorato.
L'intero racconto si svolge all'interno di un grattacielo nella periferia londinese in cui vivono 2000 persone. Il palazzo fa parte di una serie di costruzioni all'avanguardia, le quali forniscono ai loro abitanti tutte le comodità: piscine, supermercati, banche, uffici. Tutto ciò di cui si ha bisogno, lo si può trovare all'interno del condominio, un micro-mondo dotato di tutti i confort ma che gradualmente si avvia verso il disfacimento con la regressione dei suoi abitanti ad uno stato primitivo. Senza un reale motivo, i condomini si abbandonano ad impulsi primordiali; il loro feroce istinto animale, sedato dalle comodità, si risveglia e anima, portando al totale sfaldamento delle più comuni norme di civiltà e trasformando il condominio in una giungla dove la lotta e la legge del più forte tornano ad essere le uniche norme. Con una scrittura asciutta e distaccata, Ballard ci conduce crudamente all'interno di questo imputridimento umano senza giudizio, senza spinte morali, ma con una cinica e fredda accettazione della nuova normalità. Così come i personaggi da lui creati, l'autore sguazza in quel guazzabuglio di corpi che si lasciano andare in una trivialità ritrovata.
Sporcizia, predazione, violenza fisica, mancanza di igiene. Un caos selvaggio che viene vissuto dai protagonisti non come disagio da cui scappare, ma come risveglio, un rinnovato ricongiungersi all'esistenza intesa come sentirsi vivi. Un fremito che da assuefazione, tanto da spingere gran parte dei suoi abitanti a chiudere i contatti con l'esterno per tuffarsi a tempo pieno nella guerriglia.
Un romanzo che nonostante i deprecabili fatti che narra, non scandalizza e non indigna, ma in qualche modo riesce a solleticare la nostra parte animale sepolta, che solo per l'assenza del giusto mix di ingredienti riusciamo ancora a tenere a bada. Quello che però si sente, leggendo, è che quel selvaggio zoo in qualche modo ci rappresenta e sorprendentemente ci appaga, nutre la nostra sfera animale e istintuale che non è affatto morta, ma è lì, pronta a risvegliarsi qualora si presentino le giuste condizioni. Troviamo che il breve periodo di lockdown e convivenza forzata abbia, in alcuni casi, fatto emergere proprio questo aspetto latente del nostro essere e, seppur per un istante passeggero, abbiamo scorto un fugace appannamento del raziocinio in favore di un breve ma intenso rantolo animale.
Colpi di Penna
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