«Io mi chiamo Annie Wilkes. E sono…»
«Lo so», la interruppe lui. «Sei la mia ammiratrice numero uno.»
«Già», fece lei e sorrise. «Proprio così.»
Genere: Horror
Editore: vari - pagine 400
Listino: €5-€14
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Chi di noi, leggendo, non ha mai amato particolarmente lo stile di uno scrittore? A volte alcuni autori riescono a farci emozionare, a farci affezionare ai loro personaggi e racconti e, soprattutto, riescono ad entrarci nel cuore. Il sentimento che ci lega a questi artisti è qualcosa di bellissimo e profondo, qualcosa che è difficile anche solo descrivere a chi non prova lo stesso. Come in tutte le cose, però, a volte c’è qualcuno che supera il limite e la sua non è più solo passione, ma ossessione.
E’ quello che è capitato a Annie Wilkes, grande fan dello scrittore Paul Sheldon.
Durante una tempesta invernale, il nostro protagonista resta vittima di un incidente stradale. Quando riprende i sensi scopre di essere stato salvato da un’ex infermiera che lo ha portato a casa sua e gli ha prestato i primi soccorsi. Paul le è molto riconoscente ed è quasi divertito dallo scoprire che Annie è una sua grande fan, anzi è “la sua ammiratrice numero uno”. L’idillio, però, dura poco: ben presto la donna inizia a manifestare chiari segni di disagio e si mostra letteralmente ossessionata da uno dei personaggi creati dalla penna di Paul: Misery. Lo scrittore, stanco di dedicarsi alle avventure di quella eroina letteraria, aveva deciso di concludere la sua storia per dedicarsi ad altro, ma Annie non è assolutamente d’accordo. Quando scopre che Misery esce di scena morendo, va su tutte le furie ed obbliga il malcapitato, che è ancora allettato con le gambe rotte, a bruciare l’unica copia esistente del suo manoscritto e a scrivere qualcosa di nuovo che dia onore e lustro alla sua cara Misery.
A Paul non resta che accontentare la sua aguzzina, ma comincia a pensare a come poter fuggire. Sa che non sarà facile perché lei è instabile, violenta e decisamente pericolosa…
Come spesso mi capita, anche stavolta ho scoperto prima il film e poi il libro. Nella pellicola cinematografica, intitolata “Misery non deve morire”, una meravigliosa Kathy Bates riesce a dare vita ad una Annie che resta impressa molto a lungo nei ricordi dello spettatore. L’attrice vinse anche un Oscar per la sua interpretazione e vi consiglio di guardare il film se non l’avete ancora fatto. Vi consiglio, però, anche il libro perché è davvero adrenalinico e riesce a tenere col fiato sospeso dall’inizio alla fine. Non si può non provare empatia per il povero Paul, vittima innocente di una donna che inizialmente nasconde molto bene la sua pazzia, ma che al primo piccolo torto è capace di ferire in modi inimmaginabili. Stephen King ha scritto questo romanzo con particolare partecipazione, si nota chiaramente quanto si rispecchi in Paul e questo rende il tutto più realistico e coinvolgente. Il fatto che quasi l’intera vicenda sia ambientata in una camera da letto della casa di Annie, stanza che è divenuta la prigione del suo scrittore preferito, non rende assolutamente meno avventurosa la sua storia, anzi: nonostante lo spazio ristretto, succede davvero di tutto ed il ritmo è serrato quanto basta. Anche i personaggi principali sono solo due, ma ciò non lo rende ripetitivo, al contrario ci permette di approfondirli in modo perfetto. Credo che questa sia una delle opere migliori di King: è emozionante, introspettiva e non annoia mai. Non ne sarete delusi.
Simona Demuru
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