Colpi di Penna - Recensioni di libri: Una stanza piena di gente - Daniel Keyes

giovedì 28 febbraio 2019

Una stanza piena di gente - Daniel Keyes

Ci troviamo in una stanza buia. In mezzo a questa stanza, sul pavimento, c’è una chiazza di luce. Chiunque faccia un passo dentro la luce esce sul posto, ed è fuori nel mondo reale, e possiede la coscienza. Questa è la persona che gli altri – quelli fuori – vedono e sentono e a cui reagiscono. Gli altri possono continuare a fare le solite cose, studiare, dormire, parlare o giocare. Ma chi è fuori, chiunque sia, deve fare molta attenzione a non rivelare l’esistenza degli altri. 

Genere: storie vere
Editore: Nord
Pagine: 544

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 Daniel Keyes ci presenta, in modo molto lucido e preciso, la storia di un uomo con ben ventiquattro diverse personalità. Non ci troviamo di fronte ad un racconto di fantasia, ma ad una biografia unica nel suo genere. Ciò che ci viene presentata, infatti, è la storia vera della vita di Billy Milligan, un uomo americano che è venuto a mancare di recente (nel 2014), ma che collaborò attivamente alla stesura del libro.

L’autore comincia col raccontarci alcuni casi di cronaca americana avvenuti alla fine degli anni settanta. Colpevole di diversi crimini è proprio Milligan, che però giura alla polizia di non essere il vero responsabile. Secondo lui, infatti, è stato qualcun altro… qualcuno che però vive dentro di lui. Si seguono, poi, le vicende giudiziarie che, nonostante riguardino l’aver rapito, minacciato di morte, violentato e rapinato tre studentesse universitarie, portano all’assoluzione dell’uomo. Grazie all’aiuto di esperti, infatti, si riesce a capire che Milligan soffre del disturbo dissociativo dell’identità (o, come spesso si sente dire, disturbo della personalità multipla). Sebbene riconosciuto come colpevole, insomma, a Milligan è riconosciuta l’infermità mentale ed è consegnato alle cure di un ospedale psichiatrico. Questa sentenza ha un forte impatto mediatico e ancora fa parlare. È affascinante, e anche un po’ spaventoso, fare la conoscenza delle varie personalità che sono presenti in Milligan. Ognuna di queste ha un suo sesso, una sua età, un suo orientamento sessuale, sue preferenze ed hobby, particolari abilità (spesso non da poco) e modi di parlare, di esprimersi e di agire completamente diversi. La “stanza piena di gente” non è altro che la sua mente e questo ha davvero dell’incredibile, ma al tempo stesso ci mette di fronte ad una realtà spesso non abbastanza riconosciuta e relegata solo a qualche libro o film dell’orrore.


Il mio parere è che dare voce a queste persone, ascoltare la loro vita e le loro esperienze, può essere istruttivo ed utile per conoscere un disturbo della personalità che merita la stessa attenzione di tutti gli altri. Questo disturbo è, per me, uno dei più interessanti. Amo molto le storie (vere o inventate) su questo tema ed aspetto con impazienza il film tratto da quest’opera: “The Crowded Room” (in uscita nel 2020). Leonardo Di Caprio ha il ruolo di Billy Milligan e sono certa che, ancora una volta, mostrerà al pubblico tutta la sua bravura.

Simona Demuru