venerdì 28 dicembre 2018

Doppio Sogno - Arthur Schnitzler


Ma che fare ora? A casa? Dove altrimenti! Oggi non poteva fare più nulla. E domani? Che fare? E come? Si sentiva impacciato, perplesso, tutto gli sfuggiva di mano; tutto diventava irreale, addirittura la sua casa, sua moglie, la sua bambina, il suo lavoro, sì, persino lui stesso, mentre continuava a camminare meccanicamente per le strade buie con i suoi pensieri vagabongi.

Genere: Classici
Editore: Feltrinelli (e altri)
Pagine: 70-120

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Doppio Sogno è un libro "mordi e fuggi", da assaporare fugacemente, magari durante un viaggio notturno in autobus o in treno, mentre fuori dal finestrino l'ambiente ci offre la spettrale ambientazione di una stazione semi-vuota, popolata solo da qualche misterioso e folcloristico umano. Questa fortunata novella di Arthur Schnitzler, è un libricino di circa 70 pagine, ottimo da gustare in una notte d'insonnia, mentre tutta la città dorme e lo stridio dei gatti in lotta ci fa rabbrividire, una lampada appena e forse una tazza calda fumante ad accompagnarci con tepore, magari anche con un accompagnamento musicale come Maurice Ravel per stimolare la fervida immaginazione nell'immedesimazione, per calzare le scarpe del dottor Fridolin e muovere i passi nella fredda notte viennese. Doppio sogno che diventa così triplo sogno, quello aggiunto del lettore, immerso in atmosfere rarefatte, misteriose, oniriche. Penetrare nei bizzarri avvenimenti di una notte in cui, a seguito di una reciproca confessione del sogno di un adulterio tra Fridolin e sua moglie Albertine, Fridolin si ritrova nella capitale austriaca a vivere una notte costellata da eventi assai singolari.


E come un sogno appunto si srotola l'intera narrazione, una immersione nella parte dell'io più oscura, pochi dialoghi e molte immagini, una storia che si presta ad essere vissuta prima ancora che evocata. Il racconto vive di atmosfere, di sotterfugi inconsci, di angosce sotterranee, di immobilità che sono cataclismi interiori. Immaginandola, si vede una scena fatta di luci e ombre, di primi piani al volto riflessivo e angosciato del protagonista, di silenzi rotti solo da rumori ambientali, quei suoni ridicoli che per come squarciano il silenzio notturno sono capaci di farti sobbalzare. Un groviglio di immagini che subito fa venire in mente pellicole cinematografiche e non a caso Doppio Sogno è stato d'ispirazione per Kubrik per "Eyes wide shut".

 Realtà e sogno si influenzano, come spesso accade, tanto che i due contorni si fanno sempre più sfumati fino a confondersi e diventare a tratti irriconoscibili.
 Alessandro G

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